Plàncton: la storia della parola

La parola “plàncton” deriva dal greco antico πλαγκτός (plagtòs) che significa “ errabondo, colui si fa trasportare ovunque”. La parola plàncton fu usata per la prima volta dal biologo tedesco Victor Hensen, 1835- 1924, per indicare l’ insieme degli organismi marini viventi, animali e vegetali, che si fanno trasportare passivamente dalle corenti. Il plàncton, infatti, non si trova mai nelle profondità marine e  si trova continuamente in movimento. Sono, quindi, degli organismi incapaci di nuotare e per questo si fanno trasportare. Il plàncton è visibile al microscopio, quando si tratta di microorganismi di circa  3μm; è visibile ad occhio nudo, quando si tratta di meduse. Il plàncton costituisse l’ alimento base per moltissimi pesci.
Storicamente il primo ricercatore che ha notato l’  esistenza della vita microscopica è stato l’ Olandese Anton Van Leewenhoek, nel lontano 1676, quando fece per la prima volta l analisi dell’ aqua marina con un rudimentale  microsopio. Allora, però, non sapeva come definire questa  massa di microorganismi, e non sapeva neanche la loro importanza per il nutrimento dei pesci. Lui li caratterizzò come “cose strane che si muovono”. Duecento anni più tardi, Hansen li battezzerà  plàncton.
Testo: Giorgio Damianos
traduzione: Maddalena Monteduro