Gemma

RSMG Gemma24grammata.com/ ιστορία 1940- 1950

Μια μοναδική Ιστορία για πρώτη φορά στην ελληνική ιστοριογραφία από τον Μανώλη Δημελλά  (24grammata.com)
Ίσως, πρόκειται για την πιο σκοτεινή σελίδα στον κόσμο των υποβρυχίων. Το Ιταλικό υποβρύχιο Gemma τορπιλίστηκε (08/10/1940) κατά λάθος από ένα άλλο Ιταλικό υποβρύχιο, που το θεώρησε εχθρικό, και βυθίστηκε αύτανδρο με 44 ναυτικούς, ανοιχτά της Καρπάθου διαβάστε αναλυτικά εδώ

Una storia unica, pubblicata per la prima volta nella storiografia greca.
Scritta dal regista Manolis Dimellas (24grammata.com)
Molto probabilmente trattasi della pagina più nera nel mondo dei sommergibili. Il sommergibile italiano Gemma fu  preso di mira e silurato (08/10/1940), per errore, da un altro sottomarino italiano che lo ritenne un unità nemica. Gemma affondò con tutti i 44 uomini di equipaggio, nelle acque dell’  isola greca Karpathos (dodecaneso)

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Gemma

Gabriela de Martis

Il mare di Karpathos e’ cosi’ carico di misteri , storie incredibili, molte delle quali sono cosi’ amare che non hai ne’ voglia , ne’ coraggio di ascoltare. E ,se ne sei a conoscenza, non vorresti parlarne.
Solo quando viaggi, quando percorri le onde, emergono dal fondo nero del mare ricordi strani che ti soffocano la mente e ti allontanano dal ritmo quotidiano della vita che sembra cosi’ incolore e piatta e quasi sempre ha il sapore di una bibita non piu’ frizzante .
Le navi affondate nel mare che circonda Karpathos sono tante ed ognuna di esse ha la sua storia misteriosa perche’ il percorso e’ cosi’ difficile e tempestoso che non lascia spazio a pause o riposo; ha bisogno di capitani coraggiosi,fortunati , esperti nell’arte della navigazione.
Pochi conoscono la storia del sottomarino italiano “GEMMA” che, ancora oggi , giace silenzioso a tre miglia circa da Kyra Panagia’ , senza rivelare il suo itinerario o lo scopo della sua missione.
La nave fu battezzata prima della guerra . Decisero di darle un nome un po’ curioso, “Gemma” che e’ il germoglio fresco che nasce sugli alberi e le piante, ma significa anche pietra preziosa.
Si muoveva da Messina per una lunga serie di missioni segrete che le assicuravano una carriera brillante di cui essere orgogliosa.
Nel 1936 e il 1937, compi’ due viaggi di addestramento nelle terre del Dodecanneso che erano sotto il dominio degli Italiani.
Durante la Guerra Civile Spagnola. prese parte ,insieme a molti altri sottomarini, ad una missione segreta che inizio’ il 27 Agosto 1937 e porto’ a termine il 5 Settembre, senza tuttavia ottenere risultati interessanti poiche’ non riusci’ a localizzare le unita’ nemiche.
Nel 1938 fu mandato insieme alla prima nave della stessa serie “PERLA”, alla base di Massaua nel Mar Rosso e la primavera del 1939, prese parte ad una missione nell’Oceano Indiano il cui scopo era controllare la capacita’ operativa e la tenuta del sottomarino in quei mari caldi durante la stagione dei monsoni.
I risultati furono scoraggianti. A causa del mare tempestoso, si dimostro’ che era impossibile usare le armi del sottomarino ed era molto difficile perfino mantenere il periscopio in superficie, in acque poco profonde .
Durante l’estate torrida del 1940, partecipo’ insieme ai sommergibili “TORRiCELLi”, ARCHIMEDE, PERLA, OTARIA e BRIN ad operazioni nel Mar Rosso, con a bordo il pericoloso gas Cloruro di metile che veniva usato perfino per l climatizzatori . Anche il Gemma passo’ brutti momenti a causa del veleno mentre cercava di sfuggire all’inseguimento degli alleati, poiche’ era obbligato a muoversi in superficie, costituendo cosi’ un bersaglio continuo.
Quando l’Italia entro’ in guerra, stazionava a Lero sotto il comando del giovane tenente Guido Cordero di Montezemolo Lanza a cui era stata affidata la XIII Squadra di Sommergibili.
All’inizio venne usato nell’Egeo del Nord, dove intraprese 4 missioni di ricerca, percorse complessivamente 2509 miglia, osservando navi e sottomarini della classe 951.
Per precisare, la prima missione venne effettuata al largo delle coste di Chio ,dal 10 al 15 Giugno del 1940, una seconda, dal 30 Giugno fino all’8 Luglio, al largo del Mediterraneo e dei confini tra la Libia e l’Egitto, nella zona di Sallum , e una terza missione dal 7 al 16 Agosto, a Nord di Creta. Come confermato dai rapporti italiani, in nessuna di queste missioni ,furono ottenuti dei risultati.
Durante quell’epoca, la guerra tra i sommergibili ricordava molto la Prima Guerra Mondiale: i battelli aspettavano il nemico, preparavano l’ agguato in modo astuto, comportandosi come i bravissimi pescatori subaquei che tendono imboscate nei fondali marini.
Questo metodo era stato portato alla perfezione dai Tedeschi ,ma poi aveva cessato di costituire una tattica seria da usare nel corso di operazioni belliche.
Il 30 Settembre, il sottomarino GEMMA si muoveva nella zona Kaso- Karpathos- Rodi.
L’area del mare di Karpathos era suddivisa in tre aree piu’ piccole : quella del Nord, quella centrale e la zona Sud intorno all’importante aeroporto.
Era stata affidata per controllo e sorveglianza ai sommergibili GEMMA , AMETISTA e TRICHECO, della stessa serie.
Dopo 2 giorni senza risultati , era rimasta solo la prima zona al GEMMA a cui fu ordinato di pattugliare verso Est, nella zona tra Rodi e Karpathos. I rapporti di missione italiani specificano entro il quadrilatero delimitato dall’isola di Saria fino alla parte piu’ meridionale di Rodi: Prassonisi .
iL 6 Ottobre del 1940, tre settimane prima dell’inizio ufficiale della guerra contro la Grecia, al GEMMA fu intimato di tornare alla base. Il destino, pero’ , gli aveva riservato un’altra sorte.
Il messaggio non arrivo’ mai al sottomarino perche’ la radio aveva subito un guasto e non funzionava.
D’altra parte,il sottomarino TRICHECO, che non era stato informato della presenza del GEMMA, dopo avere portato a termine la sua missione, si affrettava a tornare con un ferito a bordo, nel porto militare di Leros.
Incontro’ il GEMMA alle ore 1,15 di Martedi’. 8 Novembre 1940. Al buio e in assenza di informazioni circa la sua presenza in quella zona, nella assoluta impossibilita’ di riconoscerlo, lo considero’ un sommergibile nemico e, 6 minuti dopo averlo localizzato, alle ore 1,21 , da distanza molto ravvicinata, lancio’ due siluri che lo colpirono nella parte centrale e subito il GEMMA affondo’ insieme a tutto l’equipaggio.
I 5 Ufficiali, i 12 Sottufficiali e i 27 marinai persero la vita e i loro corpi si fusero interamente con i ferri della nave.
Comandante era il tenente , Guido Cordero Lanza di Montezemolo che aveva solo 32 anni e nei rapporti, e’ descritto come un giovane bello, biondo ed alto, che lascio’ sola sua moglie, Gabriella Accame poco prima che partorisse il loro secondo figlio.
Fratello del capitano era l’insigne ufficiale della Resistenza dell’Esercito italiano, Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo, promotore della lotta contro il Nazismo che fu inseguito ed ucciso barbaramente dai Tedeschi. La sua storia e’ stata raccontata dallo storico e giornalista italiano Mario Avagliano.
Non conosceremo mai la prima reazione del capitano e dell’equipaggio del GEMMA. Sicuramente videro il sottomarino sconosciuto, ma aspettarono, forse gli sfioro’ la mente il sospetto che facesse parte della loro squadra e non appartenesse agli Alleati.
Al contrario , il TRICHECO che significa ELEFANTE MARINO, aveva riflessi eccezionali e la sua fatale decisione sbagliata , fino ad oggi resta un’ombra tagliente come una lama che strazia la mente , al ricordo del tragico incidente.
Per amore della storia, forse e’ giusto riferire che il TRICHECO, subito dopo il suo varo, aveva provocato danni, abbastanza frequentemente.
Nel Gennaio del 31, ando’ a sbattere con una barca di pescatori e le conseguenze furono catastrofiche. Il 3 Novembre del 1933, ruppe il coperchio di una delle macchine termiche e prese fuoco, mentre l’anno seguente, nel 1934, , in seguito all’urto con una gru durante una manovra effettuata senza la dovuta attenzione , uno dei periscopi venne distrutto.
Difficilmente si possono descrivere le perdite di un nemico e gli Italiani erano allora i conquistatori, pero’ i 73 anni che sono passati somigliano ad una coperta molto spessa di tela ruvida. Sembra che gli uomini e le loro storie tragiche, al di la’ di uniformi e bandiere provino gli stessi sentimenti poiche’ la perdita di vite umane non ha una patria vera e propria.
Bastano poche riflessioni per scoprire che la guerra non ha ne’ vincitori ne’ vinti, ma distrugge intere generazioni e distribuisce immenso dolore e sofferenza, infinita amarezza a tutti gli uomini.