“Dialogo sopra i due massimi sistemi”, Galileo Galilei

gallileo 24grammata.compngIl “Dialogo sopra i due massimi sistemi”, la verità di Galileo Galilei

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Si dice che nella storia delle letteratura (o meglio delle letterature) ci siano opere rivoluzionarie.

Mai aggettivo è risultato più idoneo per il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo tolemaico e copernicano di Galileo Galilei.

Composto tra il 1624 e il 1630, stampato nel 1632, lo scritto reca la dedica al granduca Ferdinando II de’ Medici. L’autore sceglie con grande consapevolezza letteraria la forma del dialogo, che si presta particolarmente al confronto tra diverse tesi.

Il compito di Galileo non è stato certo dei più facili. Pensate solo per un attimo a cosa significhi scrivere un’opera sostenitrice della rivoluzione copernicana in pieno XVII secolo, quando la Chiesa e l’Inquisizione si impegnano con tutte le loro forze nel tentativo di difendere il dogma e reprimere una rivoluzione che, più di tutte, è innanzitutto filosofica e culturale. E già un anno dopo l’uscita, l’opera è parte integrante dell’Indice dei libri proibiti.

E proprio con il fine di evitare ciò, Galileo costruisce la sua opera con molta accortezza. Dichiara, infatti, che il sistema copernicano viene sostenuto solamente per mostrare l’acutezza dell’ingegno italiano all’estero, maschera il suo appoggio alla nuova tesi, inserisce tante discussioni, problemi, ritrattazioni: il tutto con l’intento di non rendere troppo palese un indirizzo che, comunque, è emerso subito evidente. L’autore del Dialogo sembra far propria quella tecnica della “dissimulazione onesta”, che sarebbe stata teorizzata in un trattato, di lì a pochi anni, da Torquato Accetto.

Tre sono i protagonisti del dialogo che danno il titolo all’opera: Filippo Salviati, portavoce dell’autore e sostenitore della teoria eliocentrica; Giovan Francesco Sagredo, che appoggia apertamente Salviati (ma inserisce spesso dubbi, digressioni, ed ha un atteggiamento alquanto ironico); infine Simplicio, filosofo peripatetico che Galileo tratteggia con caratteri comici, sostenitore dell’aristotelismo e della teoria geocentrica di Tolomeo. Si ricordi che l’ultimo è un personaggio fittizio, mentre i primi due sono amici (ma già all’epoca defunti) dell’autore. La materia si articola poi in quattro giornate: nelle prime tre si confrontano prevalentemente le tesi copernicane e tolemaiche, mentre nella quarta l’autore propone la teoria, rivelatasi poi erronea, che fa risalire il flusso delle maree all’azione combianata dei movimenti della terra.

Il Dialogo è giustamente considerato un pilastro della scienza moderna. Ciò che a noi piace sottolineare è che Galileo Galilei non è soltanto il primo grande scienziato moderno, ma anche il fondatore di una nuova prosa scientifica: una prosa che vuole rivolgersi a tutti, non solo agli specialisti. Abbandonando il latino e scegliendo un volgare dai prevalenti tratti fiorentini, Galileo si pone come lo scienziato-comunicatore per eccellenza, che scrive per trasmettere conoscenza.

La sua parola è lontana da astratti modelli formali e trova un linguaggio razionale e concreto, estremamente ancorato alla realtà. E non potrebbe certo essere altrimenti. Un linguaggio altresì preciso, e condito da uno strumento retorico padroneggiato con grande maestria: l’ironia, che spiega l’amore di Galileo per Ariosto.

Un linguaggio, insomma, che si presta alla sua filosofia. Quella di Galileo è stata una vera e propria missione: insieme ad altri uomini, è stato pioniere di una rivoluzione senza precedenti. fonte

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